Archivio
D'Aponte
Autore Luigi D'Aponte ( Italia )
Titolo
Imperiale autunno
Descrizione
“Familiari particolari sullo sfondo”: Foto di famiglia. Foto di vita precedente alla mia esistenza. Archivio del cuore e del vissuto. Di chi mi ha concepito. Di chi mi ha preceduto. Non mi chiedo “chi è”, mi chiedo “dov’è”: corpi, facce, invadono l’inquadratura; spicchi, abbozzi, miniature di paesaggio sullo sfondo. E’ lì che scruto. Avvicino ingrandisco metto fuori fuoco fuori scala e fuori inquadratura i miei volti, voglio dar vita ai luoghi, dare loro centralità dopo decenni passati a far da cornice. Non voglio ricordare “chi” ha vissuto, ma “dove” e “quando”. Tempo ciclico, tempo cerimoniale, tempo familiare. Foto di foto. Illuminate dalla luce di una candela. Così come le ho riviste. Così come le ho rivissute.
Titolo
02. Prospettiva Neve
Descrizione
“Familiari particolari sullo sfondo”: Foto di famiglia. Foto di vita precedente alla mia esistenza. Archivio del cuore e del vissuto. Di chi mi ha concepito. Di chi mi ha preceduto. Non mi chiedo “chi è”, mi chiedo “dov’è”: corpi, facce, invadono l’inquadratura; spicchi, abbozzi, miniature di paesaggio sullo sfondo. E’ lì che scruto. Avvicino ingrandisco metto fuori fuoco fuori scala e fuori inquadratura i miei volti, voglio dar vita ai luoghi, dare loro centralità dopo decenni passati a far da cornice. Non voglio ricordare “chi” ha vissuto, ma “dove” e “quando”. Tempo ciclico, tempo cerimoniale, tempo familiare. Foto di foto. Illuminate dalla luce di una candela. Così come le ho riviste. Così come le ho rivissute.
Titolo
03. Primi vagiti di primavera di là da venire
Descrizione
“Familiari particolari sullo sfondo”: Foto di famiglia. Foto di vita precedente alla mia esistenza. Archivio del cuore e del vissuto. Di chi mi ha concepito. Di chi mi ha preceduto. Non mi chiedo “chi è”, mi chiedo “dov’è”: corpi, facce, invadono l’inquadratura; spicchi, abbozzi, miniature di paesaggio sullo sfondo. E’ lì che scruto. Avvicino ingrandisco metto fuori fuoco fuori scala e fuori inquadratura i miei volti, voglio dar vita ai luoghi, dare loro centralità dopo decenni passati a far da cornice. Non voglio ricordare “chi” ha vissuto, ma “dove” e “quando”. Tempo ciclico, tempo cerimoniale, tempo familiare. Foto di foto. Illuminate dalla luce di una candela. Così come le ho riviste. Così come le ho rivissute.
Titolo
04. Gita fuori Porta pompeiana
Descrizione
“Familiari particolari sullo sfondo”: Foto di famiglia. Foto di vita precedente alla mia esistenza. Archivio del cuore e del vissuto. Di chi mi ha concepito. Di chi mi ha preceduto. Non mi chiedo “chi è”, mi chiedo “dov’è”: corpi, facce, invadono l’inquadratura; spicchi, abbozzi, miniature di paesaggio sullo sfondo. E’ lì che scruto. Avvicino ingrandisco metto fuori fuoco fuori scala e fuori inquadratura i miei volti, voglio dar vita ai luoghi, dare loro centralità dopo decenni passati a far da cornice. Non voglio ricordare “chi” ha vissuto, ma “dove” e “quando”. Tempo ciclico, tempo cerimoniale, tempo familiare. Foto di foto. Illuminate dalla luce di una candela. Così come le ho riviste. Così come le ho rivissute.
Titolo
05. Rematica evasione estiva
Descrizione
“Familiari particolari sullo sfondo”: Foto di famiglia. Foto di vita precedente alla mia esistenza. Archivio del cuore e del vissuto. Di chi mi ha concepito. Di chi mi ha preceduto. Non mi chiedo “chi è”, mi chiedo “dov’è”: corpi, facce, invadono l’inquadratura; spicchi, abbozzi, miniature di paesaggio sullo sfondo. E’ lì che scruto. Avvicino ingrandisco metto fuori fuoco fuori scala e fuori inquadratura i miei volti, voglio dar vita ai luoghi, dare loro centralità dopo decenni passati a far da cornice. Non voglio ricordare “chi” ha vissuto, ma “dove” e “quando”. Tempo ciclico, tempo cerimoniale, tempo familiare. Foto di foto. Illuminate dalla luce di una candela. Così come le ho riviste. Così come le ho rivissute.
Titolo
06. Barca in secca, giacca in dosso
Descrizione
“Familiari particolari sullo sfondo”: Foto di famiglia. Foto di vita precedente alla mia esistenza. Archivio del cuore e del vissuto. Di chi mi ha concepito. Di chi mi ha preceduto. Non mi chiedo “chi è”, mi chiedo “dov’è”: corpi, facce, invadono l’inquadratura; spicchi, abbozzi, miniature di paesaggio sullo sfondo. E’ lì che scruto. Avvicino ingrandisco metto fuori fuoco fuori scala e fuori inquadratura i miei volti, voglio dar vita ai luoghi, dare loro centralità dopo decenni passati a far da cornice. Non voglio ricordare “chi” ha vissuto, ma “dove” e “quando”. Tempo ciclico, tempo cerimoniale, tempo familiare. Foto di foto. Illuminate dalla luce di una candela. Così come le ho riviste. Così come le ho rivissute.